3830 recensioni a vostra disposizione!
   

L'OLIO DI LORENZO
(LORENZO'S OIL)
Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 4 maggio 1993
 
di George Miller, con Nick Nolte, Susan Sarandon, Peter Ustinov, Zack O'Malley Greenburg (Stati Uniti, 1992)
 
Una scena del film
Chi lo sapeva, che l'autore visionario della serie dei MAD MAX, di LE STREGHE DI EASTWICK, di AI CONFINI DELLA REALTA' era, per vocazione e formazione, un medico?

"Come medico, mi sono avvicinato al mondo in maniera fenomenologica: tutto apparteneva al razionale. Al cinema ci sono arrivato per curiosità, e quasi per caso. Ed è stato solo al momento del primo MAD MAX che ho iniziato ad interessarmi alla nozione d'inconscio collettivo. Leggendo Jung e Campbell, viaggiando nel mondo assieme al film ho appreso progressivamente in che misura, noi uomini della comunicazione, siamo al servizio dell' inconscio. Una volta assunta questa nozione, diventa impossibile non aprirsi alla mitologia, al mistero: e non diventare meno espliciti nel raccontare le proprie storie. Questo gusto per il fantastico, per i miti, deriva anche certamente dalla mia origine australiana: un paese nuovo, che ha distrutto una cultura importante e complessa come quella aborigena, e che ha conservato un suo lato misterioso".

L'OLIO DI LORENZO è la storia di un bambino che viene colpito da una malattia muscolare, rara ed inesorabile. E del rifiuto dei genitori di piegarsi al verdetto della scienza medica, dei loro sforzi per trovarvi rimedio. Il fatto che quella di Lorenzo sia una storia vera, effettivamente accaduta, toglie al film quel carattere didattico, approssimativamente dimostrativo, tipico di queste iniziative. Ma l'interesse, l'originalità, il fascino insolito ed intelligente del film nasce dalla doppia natura del suo autore: è solo perché George Miller contiene in sè la precisione razionale dell'uomo di scienze e, al tempo stesso, la natura visionaria di un poeta del fantastico che L'OLIO DI LORENZO non appartiene alla lunga serie di melodrammi strappalacrime, che l'Hollywood delle love story in camice bianco ci propina da sempre.

Miller ha il coraggio incosciente dell'artista: quello di lasciarsi andare totalmente ai propri mezzi, al proprio soggetto, al proprio viaggio interiore, fiducioso nella propria coscienza, nella qualità del gesto, nella morale di uno sguardo. Quando (evitando ogni ipocrisia, ogni calcolo, ogni falso pudore) ci mostra i momenti più difficili, più crudeli della malattia del bambino, è solo grazie alla qualità del suo linguaggio che lo spettatore può assistere, lucidamente, quasi tranquillamente, a delle scene che altrimenti sarebbero insopportabili. La realtà della malattia è rappresentata con precisione; ma anche con la fantasia visionaria che fa parte del mistero umano. Lorenzo diventa allora E. T. (Miller lo ha fatto doppiare da una voce femminile specialista in disegni animati, che trasforma il lamento in una nenia astratta, metafisica come quella del mostriciattolo di David Lynch in ERASERHEAD), coraggioso e martire, ma anche un po' strano e demoniaco. E se sopportiamo da anni la visione terrificante di mostriciattoli verdognoli e bavosi che ci creano gli specialisti degli effetti speciali, perché non dobbiamo poterci avvicinare (eventualmente, esorcizzare) a dei timori ben più quotidiani?

Cosi, proprio come i pittori del passato riuscivano a sublimare una lezione d'anatomia, o un bue squartato appeso ad un gancio, la volontà di andare a fondo di George Miller si significa armoniosamente, quasi serenamente: grazie alla lucidità, alla purezza, alla qualità del suo stile. Che riesce a far convivere il documentario scientifico (didattico, alla Rossellini) con il thriller medico quasi spettacolare (il tempo che stringe, la minaccia che incombe, l'azione che s'impone), l'iniziazione metafisica (l'avvio africano, straniante del film, gli accenni ai riti, al primitivismo) con l'analisi della complessità delle relazioni affettive e sociali che si creano fra i protagonisti.

L'OLIO DI LORENZO diviene allora non tanto lo scontro fra la ragione e la passione (che lo avrebbe reso semplicistico): ma piuttosto la loro complementarità. Se il padre (Nick Nolte), nella sua passionata ricerca di conoscenza rappresenta la razionalità, la madre (Susan Sarandon) costodisce e trasmette la passione: anche quando Lorenzo sembra ormai in coma, continua a trattenerlo a sè soffiandogli nelle orecchie le fiabe di Grimm, la propria fede nell'irrazionale. Al corpo medico, alle varie associazioni (i riferimenti all'AIDS sono pure espliciti), chiusi nelle proprie esigenze corporative, il film rimprovera l'inerzia: ma sopratutto di non far loro quella medesima complementarità. Di non sapere intraprendere, accanto ai cammini della conoscenza materiale, quelli degli itinerari interiori.

Allungando i corridoi delle cliniche come astronavi bluastre del futuro, filmando i primi piani degli scienziati con le focali corte come fossero marziani, il contrasto con la natura ed i suoi doni dai colori saturi ed eclatanti della salute, la camera del malato immersa in fumigazioni misteriose che sono poi quelle banali di un umidificatore, o le biblioteche come immense caverne del sapere che dobbiamo esplorare per illuminarci il cammino, George Miller descrive la realtà indeformabile della malattia con l'irrealtà della deformazione barocca. Ed il risultato sconfina nella poesia, e nella verità: un lungo viaggio nell'oscurità, che solo la conoscenza, la volontà e la passione riusciranno ad illuminare.

I genitori di Lorenzo diventano allora come i superman di MAD MAX, le furibonde streghe anti-puritane di EASTWICK, i piloti del Boeing assalito dal diavoletto di TWILGHT ZONE. Esseri confrontati all'impotenza delle autorità preposte all'ordine, o della tecnologia più tranquillizzante: che, per risolvere i propri drammi, sono costretti a ricordarsi di forze sconosciute ed antiche. Ed accedere cosi ad una nuova dimensione, eroica, formidabile, sovrumana, che sola riesce ad avere la meglio sull'organizzazzione, minacciosamente perfetta, del mondo civilizzato.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda